AVVERTENZA - WARNING

I DIPINTI QUI PUBBLICATI SONO STATI ESEGUITI DA SANDRO BECUCCI E SONO DI SUA PROPRIETA'. E' VIETATA LA RIPRODUZIONE E L'USO DELLE IMMAGINI QUI PUBBLICATE, SENZA IL PERMESSO SCRITTO DELL'AUTORE.
PER CONOSCERE LE QUOTAZIONI DELLE OPERE SCRIVERE A sandro.becucci@alice.it

THE PAINTINGS BELOW HAVE BEEN PAINTED BY SANDRO BECUCCI AND BELONG TO HIM. IT'S STRICTLY FORBIDDEN TO USE AND COPY THE IMAGES WITHOUT
AUTHOR'S AUTHORIZATION.
FOR FURTHER INFORMATIONS ABOUT PRICES, PLEASE WRITE TO sandro.becucci@alice.it

CLIKKA QUI PER VEDERE IL MIO CURRICULUM CON FOTO***Ho 51 anni, pittore. Risiedo a Firenze, dove sono nato e cresciuto.
Per vedere gli altri miei lavoriGUARDA L'ALTRO MIO SITO SU MYSPACE

SARABANDA AL CREPUSCOLO (omaggio a Jacques Callot)

 

TITOLO: SARABANDA AL CREPUSCOLO
DIMENSIONI: 98 x 142 cm
TECNICA E SUPPORTO: olio su tela
ANNO: 2009

Il dipinto è parte del ciclo “Le Sante Sospese”


Il dipinto illustra una scena ambientata su una spiaggia al crepuscolo ove zanni di “callottiana” fattura e giovani donne danzano sfrenati attorno al fuoco in una atmosfera carnascialesca e dionisiaca. Nei periodi in cui era concesso al popolo di mascherarsi, questo “scivolava” inesorabilmente nel dionisiaco mondo dell’ebbrezza, celebrando ciò che restava delle antiche Saturnalia, residui “pagani”a noi pervenuti come feste carnevalesche, tollerate seppur con sospetto dalle gerarchie ecclesiali romane. Si tollerava seppur per un breve periodo durante l’anno, la perdita del controllo, il predominio dei “bassi” istinti della carne, in contrapposizione al modello rigidamente ascetico-spirituale osservato normalmente in un mondo ancora troppo teocentrico.  L’idea del dipinto deriva dalle sarabande infernali del medioevo, dalle feste popolari e popolane legate al ciclo delle stagioni alla terra e all’agricoltura, quindi a Demetra dea della terra e dei campi; a Ade divinità del sottosuolo e degli inferi, dalle quali feste esala una reminescenza pagana non del tutto domata dai tanti secoli di dominio morale e temporale del culto di Cristo e della chiesa costituita in suo nome. Da tutto questo nascono le maschere popolari, poi ingentilite: prima Zanni Demoniaci come quelli di Jacques Callot, beceri e indistinti, lascivi, grossolanamente popolareschi, poi cerretani imbonitori di antiche fiere cittadine e paesane; Arlecchini, Harlekins, Hoillequins, la radice del cui nome va a perdersi in leggende e nei racconti di mezza Europa; i Pulcinelli portatori anch’essi di atavica quanto mitica fame e, via via scorrendo, nomi meno famosi ma altrettanto pittoreschi di Capitani vari (Spazzamonti, Spezzaferro, Fracassa……), Sganarielli, Frittellini, Trastulli e per finire il nome “evocativo” di Meo Squaquara! Maschere grottesche che si organizzano attorno ad una forma di rappresentazione teatrale fortemente di popolo e in contrasto diretto con la chiesa e la classe dirigente delle quali denunciavano le porcherie e le soperchierie. Essi rappresentarono e tennero vivo un mondo e una cultura di frontiera, che non si omologa, che non abbassa la testa di fronte alla potenza degli ideali ascetici, ma che resta ancorata al mondo e alla sua materia, a volte tragicomicamente come appunto l’atavica fame degli Zanni, di Arlecchino e di Pulcinella. Per questo nel ‘600 furono cacciati dall’Italia da una bolla papale. Si sparsero così in tutta Europa, rendendo immortale la Commedia dell’Arte.
S.B.

Nessun commento: