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CLIKKA QUI PER VEDERE IL MIO CURRICULUM CON FOTO***Ho 51 anni, pittore. Risiedo a Firenze, dove sono nato e cresciuto.
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LE SANTE SOSPESE

Per una nuova concezione morale e spirituale

Questa serie di dipinti da libero sfogo alle mie elucubrazioni, alle mie fantasie e riflessioni su vari argomenti tra loro interconnessi: la donna come essere biologico e psichico, la sua immagine sociale e storica, il potere e le credenze religiose, il “paganesimo” politeista e il monoteismo, le mitologie.
Il linguaggio è simbolico, ironico, burlesco, a volte blasfemo quando fa il verso stravolgendola all’iconografia cristiana; sempre evocativo. Il “Bello”, le immagini e la storia del mondo antico classico greco-romano mi hanno sempre appassionato e da li traggo la mia ispirazione, oltre che dal ‘600 barocco, da Caravaggio e i suoi epigoni.

Come molti sono ovviamente stato influenzato dal brodo culturale in cui sono nato e cresciuto, quindi le mie concezioni sulla religione e sulla realtà, sono maturate come lenta opera di decostruzione di dogmi apparentemente inamovibili e mai messi in discussione, decalcificazione di articolazioni mentali, fisse solo su certi movimenti, esclusivamente reattivi e involontari.
In ogni caso, se scrostare la chiglia della mia trireme è stato lungo ma possibile, è inevitabile che le mie stive, disinfettate a furia di zolfo, ogni tanto sprigionino residui dell’inebriante aroma d’incenso, respirato da piccolo alla scuola materna delle monache, in parrocchia a servir messa e fagocitato a forza con apparente noncuranza nella scuola dell’obbligo, concordataria e ben dotata di crocifissi.

Dopo molti anni di “casuale” ricerca, ecco qui apparire uno stormo di sacerdotesse, vestali, pizie, danzatrici sacre, angelesse, maghe streghe e indovine, che cessano di bruciare sui roghi dell’inquisizione e assurgono ad un ruolo di guida verso una nuova concezione di spiritualità – tutte rigorosamente aureolate - rappresentate come simboli garanti dell’operazione di demolizione del muro morale esistente tra ciò che dall’avvento del cristianesimo si è inteso negativamente come materia, sessualità, fertilità, carne e cioè l’“Impuro” e il “Puro”, idee, ascesi, elevazione spirituale, odio per il corpo e la carne.

Il mondo delle Sante Sospese è quello dove il Paradiso celeste viene smitizzato e vissuto per quanto possibile nella realtà di questa vita, dove si raggiunge una nuova consapevolezza interiore senza bisogno di rinunciare al piacere edonistico; dove Dio viene sostituito dal un Nirvana che è possibile raggiungere ostentando la propria nuda bellezza. Una protesta epicurea di sensualità reclamante una dignità negata per millenni da un maschilismo patriarcale da capotribù, che temendo la potenza sessuale femminile, riduce la donna a un oggetto sul quale imporre un esclusivo dominio. Talvolta per evitare la competizione con altri maschi, talaltra fondando su tale competizione predatoria la propria illusione di potenza, che necessita e impone il culto della verginità femminile non come igiene spirituale temporanea, ma come garanzia esclusiva del proprio primato, della prosecuzione del casato e della propria potenza psichica.

Accanto a queste improprie sacerdotesse laiche, memore del mio lungo passato di fabbricante di maschere, ogni tanto appare la celebrazione di ciò che resta dei Saturnali, residui “pagani”a noi pervenuti come feste carnascialesche, tollerate seppur con sospetto fin dalle antiche gerarchie ecclesiali romane. È un nuovo scenario dionisiaco di ebbrezza, sensualità e magia, prossimo agli istinti e quindi temuto: le Sarabande notturne degli Zanni Demoniaci, da cui derivano le maschere, i cerretani e i saltimbanchi, il carnevale e le maschere della Commedia dell’Arte, Molière, Gozzi e Goldoni per non citare i tanti bravi e geniali interpreti che dal ‘600 hanno tirato le carrette dei comici e calcato le scene di teatrini ambulanti e grandi teatri. Anche tutti loro rappresentano e tengono vivo un mondo e una cultura di frontiera, che non si omologa, che non abbassa la testa di fronte alla potenza potenza degli ideali ascetici, ma che resta ancorata al mondo e alla sua materia, a volte tragicomicamente come l’atavica fame degli Zanni, di Arlecchino e di Pulcinella.

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